Il pulcino romeno, il coccodrillo sudanese, il gatto ucraino, il toro etiope, l’ape regina algerina, il leone sudanese, l’araba fenice palestinese, il pappagallo e il cobra bengalesi, la mucca maliana, le mucche gambiane, l’osayuki nigeriano, il cavallo indiano, la pecora senegalese, il cammello afghano, la iena eritrea, l’elefantessa
e il pesce rosso bengalesi.
Gli animali: segni, messaggeri e promesse, metafore universali per tracciare la mappa dell’esperienza del mondo.
E se per una volta fossimo noi ad essere osservati dai loro occhi vigili e diffidenti?
Ritroveremmo forse le nostre origini nello sguardo di esseri così simili e così diversi?