"Se penso a mamma, prima della guerra, la vedo in cortile seduta sui talloni, i capelli avviluppati in una reticella verde, il viso giallo di curcuma e burro, ingredienti preziosi per la sua maschera di bellezza."
Il tempo di un’infanzia, le cure di una madre, i capelli di una sorella da pettinare, il calore, la vita immersa in una natura rigogliosa che nutre e ripara. Ma tutto viene in breve annientato.
Lo scoppio della guerra è improvviso, le persone care si perdono, la paura avanza, il fuoco distrugge, e una ragazza si ritrova scaraventata in un paese più freddo, più livido, spesso incomprensibile. È sola.
I ricordi e le speranze si confondono con la realtà, la sua storia è analizzata, vivisezionata alla ricerca di dati e prove oggettive da una anonima commissione. Come credere al prodigio che l’ha salvata?
Ubah Cristina Ali Farah ci immerge in un racconto doloroso, sempre attuale, troppo spesso rimosso, in cui la natura rimane alleata dell’innocenza e la soccorre, proteggendola dalle follie di conquista e di dominazione degli uomini.
Una storia in cui le illustrazioni di Goele Dewanckel combinano in maniera sorprendente e intensa l’antica tradizione degli arazzi fiamminghi, la pittura murale somala e l’eleganza del maestro della scuola senese Duccio di Buoninsegna.
Con le traduzioni di
Axmed Qaasim Cali per il somalo TIMAHA GOBKA
Sandra Verhulst per l'olandese HET HAAR VAN DE JUJUBE
Hope Campbell Gustafson per l'inglese JUJUBE
Olivier Favier per il francese LES CHEVEUX DU JUJUBIER
I capelli del giuggiolo di Ubah Cristina Ali Farah illustrato da Goele Dewanckel, un racconto 5 lingue, un leporello di 6 metri stampato interamente in serigrafia a 3 colori in 450 copie numerate.